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Il nostro corpo è costituito da tantissime cellule, come una casa è fatta di tanti mattoni.
Nelle cellule degli esseri umani ci sono 46 cromosomi, divisi in 23 coppie e numerati da 1 fino a 23.
23 cromosomi vengono dalla madre, 23 cromosomi vengono dal padre.
I 23 cromosomi della madre si uniscono ai 23 cromosomi del padre: in questo modo si forma una nuova cellula con 46 cromosomi.
L’insieme di questi cromosomi definisce le caratteristiche di ogni persona, che in parte vengono dai suoi genitori, in parte da come sono mischiate queste caratteristiche.
Per questo ognuno di noi ha delle caratteristiche uniche che ci rendono diversi dagli altri (per esempio il colore dei capelli, l’altezza, il colore della pelle, e tante altre cose).
Nella coppia di cromosomi numero 21 di chi ha la sindrome di Down, ci sono 3 cromosomi invece di 2.
Per questa ragione la sindrome di Down si chiama anche Trisomia 21. La sindrome di Down si chiama così perché John Down, un medico inglese, nel 1862 ha descritto per la prima volta le caratteristiche delle persone con la sindrome di Down. La sindrome di Down è una “condizione genetica”, non è una malattia: è una caratteristica della persona, fin dal suo concepimento, che la accompagna per tutta la vita. In Italia ogni 1.200 bambini che nascono, 1 ha la sindrome di Down. Secondo alcune ricerche, in Italia ci sono circa 38.000 persone con la sindrome di Down. La presenza del cromosoma numero 21 in più fa sì che le persone con la sindrome di Down facciano un po’ di fatica a fare le cose che si fanno tutti i giorni e che si imparano a scuola. Questo perché il cromosoma in più rallenta la loro crescita e rende tutto un po’ più difficile… ma non impossibile! Le persone con sindrome di Down possono fare quasi le stesse cose che fanno gli altri, solo con più fatica e mettendoci più tempo. Lo sviluppo (cioè la crescita) di un bambino con la sindrome di Down avviene infatti più lentamente, ma nello stesso modo degli altri bambini. I bambini con sindrome di Down fanno le stesse cose degli altri bambini: camminare, parlare, correre, giocare, andare a scuola, imparare a leggere e a scrivere, stare con gli amici. Le persone con sindrome di Down sono però tutte diverse tra loro e hanno bisogno di aiuti diversi. La maggior parte raggiunge un buon livello di autonomia personale. Impara a curare la propria persona (lavarsi, vestirsi, ecc.), a cucinare, a uscire e fare spese da soli, fare sport, frequenta gli amici, ha un fidanzato o una fidanzata. Molte persone con la sindrome di Down da adulti imparano un mestiere e trovano un lavoro, svolgendolo bene. Insomma, le persone con sindrome di Down sanno fare molte cose e ne possono imparare molte altre. Perché queste possibilità diventino realtà è importante che tutti imparino a conoscerle, ad aiutarle nel modo giusto e ad avere fiducia nelle loro capacità… che sono tante.

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